Suzanne

LANZA-DE CAROLIS

Suzanne

Liberamente tratto da “Suzanne Andler” di Marguerite Duras

Una creazione di Andrea Lanza
In collaborazione e con Elena de Carolis
Costumi Francesca Lombardi

Con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello
e di Nuovo Teatro delle Commedie (Li)
Partners UBM Management Srl

 

Novembre, 1968. Suzanne, una donna che appartiene all’alta borghesia francese, si reca da Parigi alla Costa Azzurra per visionare una villa al mare, e valutare la possibilità di prenderla in affitto per l’estate.

Suzanne trascorre nella villa un’intera giornata. I dialoghi che intrattiene con un’amica, con il marito, con un amante, rivelano per frammenti una ragnatela pressoché inestricabile di bugie, prigioni, paure, malinconie, fallimenti, di fronte alla quale il suo spirito, così come quello dei suoi interlocutori, ci appare disarmato e incapace di reagire.

Progressivamente, i dialoghi di Suzanne all’interno della villa, rivelano la loro natura ambigua. I telefoni che suonano, le poche ombre che alludono all’interno di una casa, sono presenze reali o siamo di fronte a qualcosa che avviene soltanto nella mente della donna? Sta davvero parlando all’amica? L’amante esiste nella realtà o soltanto nella sua fantasia? Davvero il marito è al telefono o è Suzanne a immaginare che lo sia?

Via via che la messinscena scorre si fa strada, in chi osserva, la sensazione che la villa in cui si trova e l’inconscio di Suzanne siano tanto indeterminati quanto inscindibili, sempre sul punto di collassare, confondendosi una con l’altro. Forse è proprio questa incertezza, a raccontare i pochi frammenti che ci è dato conoscere della vita interiore di Suzanne. Una vita interiore per la quale Suzanne sembra cercare un varco, nell’ormai logora rappresentazione di riti e convenzioni sociali nelle quali appare come imprigionata.

Man mano che la giornata procede, che gli accadimenti si susseguono, la sua vita interiore emerge. Nel tentativo di farsi carne le emozioni e le parole strabordano, in una confusa e dolorosa speranza di salvezza, in un disperato tentativo di espiazione, nei confronti delle persone che avrebbe dovuto amare, di sé stessa, del mondo, dell’Amore, della vita. Suzanne è un gioco di specchi, un labirinto di domande senza risposta poste da una donna sola, il cui profilo si staglia indifferente sullo sfondo di una società scossa da inquietudini profonde. Suzanne è una donna che non sembra aver trovato un posto nel mondo, in bilico, agli occhi di chi la osserva, tra il ruolo della vittima e quello del carnefice.

Sullo sfondo di un secolo perduto, doloroso e impalpabile, un monologo tutto interiore che si incarna sulla scena assumendo, nella sua epifania teatrale, le forme di un dialogo irrimediabilmente in bilico tra il mondo sensibile e quello onirico.

2018

  • 10 marzo, Nuovo Teatro delle Commedie, Livorno

2017

  • 9 novembre, Little Bit Festival, Nuovo Teatro delle Commedie, Livorno

 

 

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